Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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La sorte

248106
Federico De Roberto 31 occorrenze
  • 1887
  • Niccolò Giannotta editore
  • Catania
  • Verismo
  • UNICT
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La sorte

la presa che teneva ancora fra le dita. - Se non ne azzecco neppur una!... Che ne dici di questo tabacco? Il cavaliere sospirava fortemente

La sorte

... - Ah, com'è bella la festa!... Che bel divertimento vuol essere! Ne romperanno delle costole, quei cavalli!... Ne abbruceranno delle faccie

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vassoio... un vassoio... Vi serve questo? - San Placido ve ne rimeriti! - e la comare Venera uscì sulla via. Napoleone, con una scala sulle spalle e un

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della Banca l'altro mese. Se ne faranno gli estratti; la principessa deve promettermi di leggerlo, assolutamente! - Sentite, ho bisogno di denari

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buttarlo fuori, se non fosse stato il sindaco. - Siete impazzito?.. Se vi sentono i vicini!.. - Volete star zitto, si o no? - Non se ne parli più

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mese agli abbonati. Egli non aveva le poltrone che giravano attorno, gli spazzolini per i mustacchi; ma per una lira il mese tagliava i capelli

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capito come l'amico Agostino ne potesse parlar male: era tanto buona, tanto affabile! S'ha un bel dire, ma il garbo e la distinzione si trovano

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, quando possono, senza che tu te ne accorga, dànno una mano alla fortuna... - Non è vero! È una calunnia.... Sai che diventi cattiva? - Terzo, finalmente

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Gli sposi avevano preso un anno di tempo, affinchè Salvatore potesse sistemare le sue cose e metter su il nuovo salone. La Fanny ne aveva fatta una

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? È lei che deve servirmi? - Non ti piace? - rispose Salvatore - Il mese venturo ne prenderemo un'altra. - E intanto cosa pretenderesti, che facessi la

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nessuno! - diceva Fanny che s'annoiava a sentir piagnistei. - Case non ne manca, in città. - È per l'affezione, capisci... - Ed io qui mi son sentita

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contanti e un corredo che bisogna vederlo. Col suocero faremo tutta una casa e la ragazza è una gioia. Io scappo, che m'aspetta; scusate... E se ne andò

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, dandogli ancora del «principale». - Gli affari vanno bene? - Grazie a Dio, non posso lamentarmi. Nardo ne provava compassione, vedendolo ridotto in quello

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l'impiega-serve, e non era sua colpa se glie ne capitavano anche di linguacciute. - Ogni legno ha il suo fumo! Però Rosa, la serva degl'impiegati che stavano

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parte del cortile, all'angolo della via del Seminario. Tutto il tempo in cui era libero, egli se ne stava seduto nella bottega, accanto alla Vincenzina

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. E come faceva la pesata, gridava più di prima: - Se l'ho detto io! Tre quarti, e ce ne manca. - Io non so niente, la carne era giusta. Andate allora

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passione di don Felice ne diventava più forte. - Don Felice è più giallo di prima - dicevano nel cortile - Che cosa, gli è successo? - La solita

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occhio del capo, la Nunziata avrebbe potuto dare una mano. Ma se ne parlava a don Antonino, pover'a lei! le toccavano male parole: che la ragazza non

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principessa faceva un segno d'assentimento. - Non ne parlate! - Don Camillo non vuol lasciarle neanche un soldo; non è vero, cancelliere? Il cancelliere

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duecent'onze, con cento mi levo i debiti e ne avanza per la saccoccia; con le altre cento c'è la dote di Nunziata. Ma che cosa sono duecento onze, per un

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senza rispetto pei genitori, gli rispondeva; allora piovevano le legnate, e se donna Mena tentava di separarli, piangendo e pregando, ne toccava anche lei

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guardato... Due o tre persone erano entrate nella camera, a sentire. - È morto? - chiese uno. - Che ne so io? Non si muove.... - Ecco don Ciccio. Il

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in viso, cacciò un braccio sotto l'origliere e ne cavò il libro, dove, dacchè era a letto, non potendo meglio, aveva studiato di nascosto ogni

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col barbiere. - Povero diavolo! Un vero cane senza padrone! - Tutti lo compiangevano. - Chi d'un asino ne fa un mulo, il primo calcio è il suo

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Carmine, cercava una penitenza molto grave da infliggersi, perchè la Bella Madre ne la rimeritasse, facendole ricuperar la salute. - Ecco, io non giuocherò

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e ne provava quasi rimorso. La zappa era una sua vecchia conoscenza, tanto che aveva il manico lucido e levigato, e le mani di lui s'erano ridotte

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- rispondeva il fattore - ed hai ancora il cervello sopra la berretta. Alfio lo sapeva che era un ragazzo forte come un uomo, e se ne teneva! Avreste

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non ne aveva fatto vendetta sull'istante. Vincenzo Sutro era un ragazzo che non voleva far parlare di sè e trovarsi in qualche pasticcio, per causa

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fare quel servizio per due lire il giorno, invece di quattro, quante ne pretendeva maestro Brasi, il calabrese; ed egli che era un ragazzo onorato

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andava ripetendo donna Giovanna - Quella femmina ti porterà alla rovina, come ne ha portati tanti altri; è tua madre che te lo dice... Ma era lo stesso

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se da noi ne mancassero, delle ciabatte!.. - O non tirano fuori l'altra scusa del colera?... - Il colera!.. Che ha paura del colera, San Placido? - E

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